“Big Magic” è stato un libro che mi ha colpito nel profondo. Scrivendo su un taccuino ho applicato i suoi insegnamenti e imparato l’importanza della disciplina e della perseveranza.
Quelli che vedete nell’immagine di copertina sono il libro “Big Magic” di Elizabeth Gilbert, il libro più coinvolgente che abbia letto nel 2021 e un taccuino Legami. Questo libro mi ha segnata così profondamente che non potevo non raccontarti la mia esperienza. In “Big Magic” si parla di creatività e di come si può vivere una vita creativa senza farsi bloccare da una serie di limiti che spesso noi stessi ci imponiamo.
Partiamo dal fatto che questo libro che è arrivato esattamente nel momento in cui ne ho avuto bisogno, quindi probabilmente è proprio per questo motivo che si è aggiudicato un posto nel mio cuore e forse “l’incontro” con questo testo non è stato neanche così causale come sembra.
Stavo vivendo un momento di crisi e non riuscivo a capire quale direzione dare alla mia vita. Probabilmente non ho ancora le idee così chiare ma almeno, grazie a “Big Magic”, ho ritrovato un po’ di pace e di entusiasmo. Ma non solo. Il libro di Elizabeth Gilbert mi è stato di ispirazione per realizzare un progetto totalmente inutile ma abbastanza impegnativo. Ed è stato proprio questo il bello!
Ma ora ti racconto…
Il primo segnale: il taccuino
Tutto è cominciato quando ho avuto l’idea di riportare delle frasi del libro all’interno del mio “Commonplace Book“. Poi mi sono accorta che le frasi che volevo ricopiare erano così tante che mi ci sarebbe voluto un taccuino a parte. Allora mi sono detta: “e perché no?”
Ed ecco che il taccuino Legami è entrato a far parte della mia vita. Ho provato a cercare tra i quaderni che avevo in casa uno che potesse andar bene ma nessun candidato sembrava essere adatto. Avevo bisogno di un quaderno piccolo e non volevo che mi avanzassero troppe pagine alla fine. Che dire? Con questo taccuino stupendo è stato amore a prima vista: con l’immagine delle mongolfiere in copertina, la frase motivazionale legata ai sogni e una palette colori che in qualche modo riprendeva la copertina del libro, ho capito che era LUI quello giusto! Questo è già stato un primo segnale.
Isolare i concetti importanti
E’ successa poi una cosa mai accaduta prima: mi sono ritrovata a rileggere un libro per la seconda volta dopo averlo appena terminato!
Già è raro che rilegga un libro, ma 2 volte di fila è da pazzi! E solo perché proprio non ce la faccio a sottolineare mentre leggo, è più forte di me: o leggo, o sottolineo (lo dico sempre che non sono Multitasking).
Non avendo quindi sottolineato nessuna frase ho fatto una cosa ancora più assurda: durante la seconda lettura ho ricopiato le frasi che mi ispiravano sul blocco note del telefono per isolarle dal libro e per poi ricopiarle su carta. Un lavoraccio! Ecco perché ti anticipavo che è stato un lavoro impegnativo.
Man mano che ricopiavo mi rendevo conto che non erano solo alcune frasi ad avermi colpito ma interi concetti. Così ho pensato che potevo utilizzare il taccuino per segnare i punti chiave del libro con l’idea di rileggerli tutte le volte che mi sento in crisi e che mi sembra che ciò che faccio non mi porti da nessuna parte.
In questo modo non sarà necessario rileggere l’intero libro per la terza volta ma avrò una mia personale “guida tascabile” da consultare al bisogno.
Il secondo segnale: la pagina finale del taccuino
Le pagine del taccuino si riempivano così tanto che avevo il timore che non mi bastassero le pagine. Ho continuato a lavorare con dedizione nonostante la mia mania di perfezionismo continuasse a dirmi che arrivata a fine taccuino non avrei saputo dove proseguire. Non le ho dato ascolto e sono andata avanti. Ed è successa una “Grande Magia” proprio come il libro aveva predetto: ho finito di scrivere esattamente all’ultima pagina del taccuino, come se il destino mi avesse premiato per avergli dato fiducia. Questo è stato un secondo segnale.
Cogliere le opportunità
Durante questo percorso è successa un’altra cosa incredibile: avevo deciso di scrivere i titoli con una penna rosa, in tema con i colori del libro e del taccuino. Poi però l’effetto finale non mi piaceva perché con il lettering sono sempre stata una frana. Per ovviare al problema ho deciso di coprire con della carta colorata i miei disastri. Così ho utilizzato della carta da scrapbooking che avevo in casa ancora intonsa nella sua confezione. Risultato? Beh, mi sono ritrovata a fare scrapbooking per la prima volta nella mia vita.
Ecco, questa è stata un’altra cosa che ho ritrovato nel libro: non lasciarsi abbattere dagli imprevisti ma cogliere delle opportunità durante gli incidenti di percorso.
Persino questo articolo potrebbe non portare da nessuna parte visto che è totalmente insolito, ma io riesco a vederlo solo come una porta aperta verso di te. Questa storia è stata così importante nella mia vita che ho sentito il bisogno di raccontarla. Elizabeth Gilbert dice di seguire la propria curiosità per scoprire dove ti porterà, ed è proprio quello che sto facendo con questo articolo.
Cosa ho imparato
Al taccuino ci ho lavorato per ben 4 settimane. Ho approfittato di tutti i ritagli di tempo possibili per poter portare avanti il lavoro. Ho trascurato qualsiasi altro progetto per potermi occupare del taccuino perché, come dice Elizabeth Gilbert…
Ci ho lavorato come se fosse stato il progetto più importante della mia vita e allo stesso tempo con la leggerezza di una bambina che gioca con carta e penne.
Da “Big Magic” ho imparato tanto e avevo bisogno che questo insegnamento restasse come un tatuaggio che, anziché disegnare su pelle, ho impresso su carta, perché scrivere è ciò che mi viene più naturale. Ci sono state frasi che mi hanno fatto stare bene, che mi hanno fatta sentire giusta e nel posto giusto.
Leggendo ho scoperto che la creatività ha sempre fatto parte della mia vita, ma non me ne rendevo conto: ero troppo presa dal dire a me stessa “non vali niente perché non hai talento!”
Elizabeth Gilbert mi ha insegnato che non hai bisogno di avere talento per vivere una vita creativa. Quindi… non ho talento? Chi se ne frega!
Chi te l’ha fatto fare?
Forse ti starai chiedendo: “Ma chi te l’ha fatto fare?”
“Big Magic” è stato così devastante che in quel taccuino ho messo tutto ciò che ho imparato, nonostante stessi semplicemente ricopiando delle frasi. E’ stato nell’intento che ho applicato i suoi insegnamenti. E da questo processo così banale ho imparato e scoperto ancora tanto altro su me stessa.
Ho riscoperto ad esempio la mia determinazione, la capacità di seguire un progetto con cieca devozione. Ho scoperto quanto rende felici sentirsi soddisfatti dopo aver iniziato un progetto e averlo portato a termine (quante volte lasciamo i progetti a meta? Troppe!) E’ stato solo un esercizio, un mettermi alla prova, ma non ti nascondo che sul finale ho provato una forte emozione totalmente inaspettata.
Credere nei segnali
Come avrai intuito, io credo nei segnali.
Qualcosa mi diceva che stavo facendo qualcosa di buono, di giusto, anche se all’apparenza totalmente inutile. Qualcosa mi diceva che non dovevo usare un quaderno che avevo a casa ma che il taccuino giusto avrebbe trovato me. Qualcosa mi diceva che avrei imparato a fidami più dei segnali che della mia mania di perfezionismo. Qualcosa mi diceva che se le cose non andavano per il verso giusto, ci doveva essere un motivo. E qualcosa mi diceva che questa storia andava raccontata perché potrebbe essere d’ispirazione per altri che come me, spesso si sentono sbagliati perché credono che le cose vadano fatte solo con uno scopo ben preciso, solo per ottenere risultati. Beh, ciò che posso dirti è che mentre scrivo questo articolo sorrido: sono felice. Sto facendo ciò che mi rende felice e…
Credi nella dedizione e nella perseveranza senza preoccuparti dei risultati, l’importante è che ciò che fai, qualunque cosa tu stia facendo, ti renda felice!
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