Vuoi essere sempre preciso, impeccabile, ma spesso finisci per rimanere bloccato nelle tue stesse gabbie. Ecco come superare la mania di perfezionismo.
Quante volte mi capita di imbattermi in un nuovo progetto, dedicargli tempo ed energie, rifinire tutti i dettagli e non essere comunque soddisfatta del risultato finale?
Altre volte dedico così tanto tempo a migliorare tutti i dettagli, che i progetti diventano senza scadenza, non hanno mai fine. E questo comporta, ovviamente, un accumulo di progetti in sospeso.
Altre volte, la voglia di fare bene è così tanta da bloccarmi. Vorrei avere più tempo, più energie, trovarmi nella miglior condizione possibile per fare le cose “per bene”. Ed invece mi ritrovo a fare le cose di fretta, in ritagli di tempo, quando sono stanca, svogliata e penso che, siccome non si sono allineati tutti i chakra, non riuscirò mai a fare ciò che mi ero prefissata. Allora tanto vale non iniziare neanche, tanto vale temporeggiare o restare fermi dove si è.
Ti ti sei mai ritrovato in una di queste situazioni? Se la risposta è sì, allora anche tu come me sei schiavo del perfezionismo.
Prendi me adesso. Ora sono le 15.10. Tra 5 minuti esatti dovrò staccare per dedicarmi all’altro lavoro. Ti sembra che questo sia il momento ideale per iniziare a scrivere un articolo? No, non lo è per niente. Ma con mia figlia a casa dal nido e il pomeriggio in turno al lavoro non ho avuto alternative che scrivere nella pausa tra il pranzo e il lavoro. Risultato? Mi sono bloccata. Ma è durato poco, giuro. Ormai sto imparando. Infatti mi sono detta:
“Meglio una bozza imperfetta che un perfetto foglio bianco.”
R. Schuller
Può sembrarti banale ma l’averci pensato mi ha aiutato. Perché il punto è sempre e solo uno: iniziare. Poi avrei voluto continuare a scrivere… ed invece mi sono dovuta fermare per lavorare. Ma questa è un’altra storia.
Spesso ci raccontiamo davvero un sacco di balle e finiamo per auto-sabotarci. Ci diciamo che non siamo capaci e che solo nelle condizioni migliori possiamo tirare fuori qualcosa di buono. Ma non è così e ti spiego perché.
Ce la facciamo sempre!
Una volta una persona mi ha fatto notare che, nonostante le difficoltà, riesco a farcela sempre. Ricordo di avergli risposto “sì, ma come?” Con il senno di poi mi sono resa conto che quel “come” non è poi così importante. Alla fine ciò che conta è essere in grado di farcela, di essere capaci di affrontare e poi superare le difficoltà in un modo o nell’altro.
Qualche tempo fa avevo raccontato sui social di quanto impegno avessi dedicato per organizzare la “festa perfetta” per il primo compleanno di mia figlia e di come invece tutto fosse andato storto. Poi quest’anno abbiamo festeggiato i 2 anni di mia figlia così, su 2 piedi, un giovedì sera con i parenti più stretti e con il coprifuoco alle 22.00. Sarebbe stato meglio festeggiare nel weekend facendo le cose “per bene”. Aver improvvisato invece una festa in quattro e quattr’otto mi ha resa felice perché il giorno successivo siamo entrati in zona rossa e festeggiare sarebbe stato impossibile.
Essere perfezionisti spesso ci fa perdere di vista l’obiettivo finale e persino il senso della realtà o della misura. La cosa che più aveva importanza era che mia figlia avesse una festa di compleanno. Meglio una festa imperfetta che rischiare che mia figlia non avesse nessuna festa, ti pare?
Ecco, questo è stato uno dei momenti in cui ho realizzato che essere perfezionista è solo limitante. Quante occasioni abbiamo perso solo perché aspettavamo il momento giusto? Da questa esperienza ho capito quanto fosse importante superare questa mia mania di perfezionismo. Vuoi sapere come ho fatto? Ecco in che modo ci sto provando io.
1. Analizza le situazioni imperfette che hanno funzionato comunque
Prendi ad esempio questo Blog. È partito che non era neanche un Blog. Ho iniziato girando un video, poi mi sono fermata per un po’, poi scrivevo ogni tanto degli articoli sotto forma di post su Facebook e, solo dopo, è nato il Blog con gli articoli scritti per bene. Non avevo un’idea esatta di ciò che avrei fatto, non avevo un obiettivo preciso, non sapevo dove volevo andare a parare. Sapevo solo che volevo farlo e allora mi sono buttata. Non ho pensato alle conseguenze, non ho aspettato di sentirmi pronta o preparata, l’ho fatto e basta. Per una perfezionista come me è stato davvero strano, insolito, ma nonostante l’imperfezione di quella decisione sono felice di averla presa.
Ho iniziato non preoccupandomi di avere le competenze necessarie. Le competenze le ho apprese sul campo, sbagliando e riprovando, facendo esperienza. Se avessi aspettato di avere le competenze, di sentirmi davvero pronta, non avrei iniziato mai.
È la stessa cosa che succede quando decidi di avere un figlio. Pensi che dovresti sentirti pronto, che dovresti avere una situazione economica stabile, che dovresti aspettare il momento migliore e così finisci per rimandare. Poi capisci che tutte queste condizioni non si attueranno mai tutte insieme perché il momento perfetto non esiste. Allora fai un salto nel buio e… credo di non aver mai conosciuto un genitore che ci abbia poi ripensato.
Ecco, forse dovremmo prendere tutte le nostre decisioni così, fare giusto qualche valutazione di base e poi buttarci, senza esitazioni. La vita spesso ci insegna che, facendo la pratica prima e studiando la teoria dopo, si ottiene un risultato che funziona bene lo stesso.
2. Buttati!
Spesso pensiamo che tutto il nostro impegno debba per forza generare un risultato positivo. Ma trascuriamo il fatto che molte delle esperienze che facciamo, anche quelle che riteniamo negative, sono quelle ci aiutano a crescere. Evitare di sbagliare non produce successo, semplicemente non produce alcuna azione: sei solo rimasto fermo dov’eri.
Solo con il fallimento ci può essere crescita, è solo attraverso i tuoi errori che puoi diventare migliore.
Accetta l’imperfezione e usala come spinta al cambiamento.
Quindi buttati! Sbaglia, cadi, e riprova. Non ti succederà nulla di male, davvero.
3. Dimentica l’obiettivo
Ogni volta che stabilisci un obiettivo, stai solo decidendo la direzione che vuoi prendere. Dopo aver preso una decisione non è più necessario rivederla mille altre volte perché il pensiero costante di dove vuoi arrivare genera solo frustrazione. Stabilita la rotta è arrivato il momento di remare! Dedicarti quindi solo alle azioni che ti permetteranno di raggiungere l’obiettivo. Controlla solo di non andare fuori rotta e, ogni tanto, correggi il tiro se necessario. Anche perché non puoi pretendere di controllare ogni dettaglio del tuo percorso, lasciati andare.
Hai presente quando da bambini facevamo lunghi viaggi in macchina continuando a chiedere insistentemente ai nostri genitori “siamo arrivati”?
Ecco, forse dovremmo solo goderci un po’ di più il viaggio senza pensare solo alla destinazione.
“Sii curioso! Ogni tanto perditi per poi ritrovarti. Ma perditi, perchè è bello ricercarsi.”
Daniele Di Benedetti
Vuoi davvero superare la mania di perfezionismo? Che ne dici di provare a seguire insieme queste strategie che sto sperimentando io stessa? Possiamo farcela! Tienimi aggiornato sui tuoi progressi.
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